Il grigio volto di Trieste ha fornito a Rosignano la possibilità di conseguire il felice risultato di queste venticinque incisioni. Esse prendono a pretesto alcuni aspetti noti o addirittura abusati – del paesaggio cittadino nostro: ma, filtrati dalla magia di un’arte che trasfigura e ricrea, essi ci appaiono adorni di un fresco tono di novità. Tanto più gradita è questa novità perché, da un lato, agevolmente supera ogni pericolosa tentazione di compiaciuta ricerca del nuovo e dell’altro, perché al vigore ispirativo dell’artista qui si unisce un coerente e rilevato rigore stilistico. Tutto ciò è facilitato a Rosignano perché una pacatezza e un nativo senso di candore misurano il suo sguardo attento a ogni sorpresa che la cara città gli propone con offerta silenziosa e sommessa. E sommessamente si esprime questa sua penetrante capacità di visione, così intensa e così contenutamente commossa, tutta soffusa di una garbata attenuazione malinconica che assai arricchisce l’inesprimibile valore d’ogni creazione d’arte. Questo apprezzamento di un profano valga qui solo come atto di sincera gratitudine, non ingiustamente tributata a un artista che si fornisce prova egregia della sua maestria ma, al tempo stesso, reca anche altro contributo. Questa Trieste in cui l’accesa sete di vita s’illumina di trepidi slanci creativi, trae dalla occasionale raccolta di queste incisioni un suo arricchimento spirituale che pare specialmente sensibile. Perciò questo apprezzamento profano presentato pubblicamente a Rosignano vuole essere soltanto una testimonianza d’una convergenza di affetti volta versi i traguardi più belli che la storia ha indicato al destino di Trieste. Apprezzamento profano che nasce anche dalla fede, ingenua ma fonda, che l’arte, anzi il miracolo dell’arte, condiziona le speranze più improbabili e le tramuta in realtà solari.

Dott. ing. Marcello Spaccini


 

L’amorevole contemplazione di alcuni aspetti del multiforme e, in apparenza, grigio volto di Trieste ha fornito a Rosignano la possibilità di conseguire il felice risultato di queste 25 incisioni. Esse prendono a pretesto alcuni aspetti noti – o addirittura abusati – del paesaggio cittadino nostro: ma, filtrati dalla magia di un’arte che trasfigura e ricrea, essi ci appaiono adorni di un fresco tono di novità. Tanto più gradita è questa novità perché, da un lato, agevolmente supera ogni pericolosa tentazione di compiaciuta ricerca del nuovo e dell’altro, perché al vigore ispirativo dell’artista qui si unisce un coerente e rilevato rigore stilistico.

Tutto ciò è facilitato a Rosignano perché una naturale pacatezza e un nativo senso di candore misurano il suo sguardo attento a ogni sorpresa che la cara città gli propone con offerta silenziosa e sommessa. E sommessamente si esprime questa sua penetrante capacità di visione, così intensa e così contenutamente commossa, tutta soffusa di una garbata attenuazione malinconica che assai arricchisce l’inesprimibile valore d’ogni creazione d’arte.

Questo apprezzamento di un profano valga qui solo come atto di sincera gratitudine, non si fornisce prova egregia della sua maestria ma, al tempo stesso, reca anche altro contributo. Questa Trieste in cui l’accesa sete di vita s’illumina di trepidi slanci creativi, trae dalla occasionale raccolta di queste incisioni un suo arricchimento spirituale che pare specialmente sensibile. Perciò questo apprezzamento profano presentato pubblicamente a Rosignano vuole essere soltanto una testimonianza d’una convergenza di affetti  volta verso i traguardi più belli che la storia ha indicato al destino di Trieste. Apprezzamento profano che nasce anche  dalla fede,  insegua ma fonda, che l’arte, anzi il miracolo dell’arte, condiziona le speranze più improbabili e le tramuta in realtà solari.

Dott. ing. Marcello Spaccini