Alla ricerca di uomini veri Nelle bettole di San Giacomo

.Questa umanità dolente – assai più numerosa di quanto comunemente si ritenga o si faccia finta di credere, dal momento che tanti suoi ritrovi continuano a restar aperti, se non a prosperare, senza rinnovarsi – ha trovato da qualche anno un ritrattista acuto e sensibile in Livio Rosignano, uno dei più significativi pittori triestini del secolo. Alla capacità di interpretare i suoi simili, collocati nell’atmosfera che più intimamente li individua, Rosignano è approdato nella piena maturità d’artista e di uomo, dopo decenni di rigorosa milizia figurativa, incorrotta dalle mode, sdegnosa di formule ripetitive, approfondita giorno per giorno nel disegno, sfrondando via via il superfluo e mirando all’essenziale. Prima lo incantò il paesaggio. Mossi i primi passi nell’esaltante scoperta di volumi e spazi attraverso campiture di colore, arrivato ben presto alla vivisezione della natura con pennellate vigorose che esaltano scheletri di alberi e nervature di cespugli e corposità di muri r sciabolate di luce, placò gradualmente l’inquietudine nella contemplazione più distesa, nel colloquio personale ed amorevole con le cose: ogni quadro firmato una visione, trasfigurata in stato di grazia, di luoghi amati, angoli solitari di periferia, scorci del Carso. Poi l’ambiente trascolora sotto la pioggia o lo avviluppa la nebbia o lo vela come un pianto la malinconia. Al centro del mirino dell’artista è finita la figura umana, con le sue incertezze e le sue sconfitte, che nessuna posa, che nessuna ipocrisia vale a dissimulare. Rosignano ha esercitato lo sguardo a pescare nel fondo, senza crudeltà, anzi con istintiva pietà, ma anche senza illusioni né eufemismi. Eccolo cogliere in uno sguardo assorto l’attesa della morte; riassumere la storia d’una vita amara nell’abbandono del vecchio rannicchiato contro la stufa a carbone; intuire l’angoscia nel profilo riflesso dalla vetrata; misurare nel cedimento di due spalle curve il peso del disinganno ed il vuoto del disamore

. Stelio Rosolini.