Dal Messaggero Veneto del 1952

Livio Rosignano è un giovane promettentissimo, che a ventotto anni oggi può vantare molte affermazioni. Per esempio, l’anno scorso a Francavilla, alla ,Mostra Michetti, ottenne il grande Premio Trieste; quest’anno a Terni il premio del Presidente della Repubblica.
Le diciannove opere ch’ egli oggi espone comprovano tutte le sue innate e istintive qualità.
Egli non ricerca nell’arte né bellurie, né orpelli, né sfiora epidermidi truccate con belletto, bensì penetra nell’anima delle cose e con impeto le rende. Egli fa passare le emozioni coloristiche attraverso le pulsazioni del suo sangue generoso e di getto le traduce con pennellate fluide e larghe, riuscendo a racchiudere in esse un sentimento che vibra d’umanità. Il ritratto del collega Sormani, in quella sua curiosa e originale linea compositiva, esprime quasi una preoccupazione, l’altro del Bandi un temperamento meditativo, quello dello scultore Cerne la sua compita bontà, del Titz l’elegante distinzione, del signor M.de W, l’abito a righe gialle.
Tanti ritratti e tanti caratteri, bene studiati. Magari con grossezza; ma questa del Rosignano è forza. Paesaggi dove lussureggia il verde, cosparsi dalle casette che si inerpicano sui colli; mentre la cima dell’altura è dipinta di color ciclamo e a grossi punti color indaco; e campi gialli di grano e verdeggiare di fronde in rigoglio; o fabbriche con rossi fumaioli, ovvie del borgo, nel caseggiato d’un paese che si chiama ancora Prospettiva nello Spazio vitale. Si osservi con che foga in “Periferia” è dipinto il cielo, stupendo impasto di larghe pennellate ! E quanta salute in quella luce d’oro che tutti benedice egualmente!
Questo è il buon indirizzo per giungere a una meta. Livio Rosignano la raggiungerà, e sarà una meta tutta sua.

Cesare Sofianopulo