L’Unità – Roma, giugno 1964

Si tratta di un artista dotato d’una sicura sensibilità, che ama dipingere quei personaggi tristi e solitari che passano giornate intere seduti ai tavolini di quei silenziosi e spaziosi vecchi caffè che a Trieste sono ancora così tipici. Nei suoi quadri migliori però Rosignano scavalca la pittura di cronaca: il suo quadro diventa l’immagine sottile d’un tempo tramontato , quasi il segno tangibile della fine di un’epoca . I suoi caffè diventano rarefatti e spetrali , la pittura si fa suggestiva , il tono trova la giusta misura, sfuggendo al facile pittoricismo .In questi ultimi tempi Rosignano ha fatto un buon passo in avanti, ha filtrato una serie di problemi formali, ed è passato da una pittura che aveva soltanto pregi di freschezza impressionistica , ad una pittura che sa cogliere il senso di una situazione per definirla poeticamente .In questo senso mi pare che nella sua mostra ci fossero alcuni quadri decisivi.

Meglio quindi gli interni di caffè che i paesaggi. Puntando su questi quadri, egli può senz’altro proseguire il suo discorso, rendendolo più acuto e penetrante.

Mario de Micheli