Rudi Tepper
Al Tribbio due si attua in questi giorni con vivo successo un avvenimento di sostanziale interesse per l’analisi della pittura locale: espone Livio Rosignano, portando nella galleria di piazza Vecchia un gruppo di tele appartenenti al periodo più recente della sua produzione. Si tratta di analisi condotte su figure singole, su interni di caffè, su gruppi di passeggeri radunati nell’esiguo spazio di una corriera o di un’autobus. La scelta dei toni serve sostanzialmente a sottolineare lo stato d’ansia e d’isolamento, caratteristico alla produzione di questo artista: l’immagine appare segnata per linee di sommaria identificazione; dalla larva d’uomo sorte la sostanza, la polpa arida ed evanescente di un’essenza lungi dall’esser stata purificata da questa operazione di decantazione di stimoli ed emozioni. Al contrario rimangono palesi, intatti e quasi palpabili, le paure e il cupio dissolvi: Rosignano ha raggiunto quindi il nucleo efficace di questo discorso figurativo anche quando interpreta un interno senza dichiararvi la presenza umana. I punti salienti della rassegna sono da ricercare nell’autoritratto e nelle due tele dei passeggeri: qui in modo più diretto e preciso si scopre il seme di questa angoscia, che trapela nella smorfia amara del proprio essere o nel cupo e introverso delinearsi dei volti posti a stretto contatto, l’un l’altro, senza speranza di colloquio.
Nuovo successo di Rosignano
Livio Rosignano è tra gli alfieri della pittura triestina, uno dei meno inclini a lasciarsi cogliere da ipotetici sobbalzi e variazioni d’indirizzo. Lo testimonia anche questa rassegna alla Cartesius, che lo vede saldamente fedele alla sua linea descrittiva, satura di umori assorbiti da episodi di storia contemporanea. C’è comunque, accanto ai disegni in bianco e nero, un modo nuovo di usare la tempera e le tecniche riviste nell’interpretazione di un modello in bilico tra la linea del realismo del dopoguerra e il postimpressionismo. Vittime di attentati accanto a rapide stesure del mondo circostante , provinciale e sonnolento, ma non per questo meno amato e vissuto; come a dire, il mondo e Trieste: queste le vie che la mano di Rosignano percorre per verificare ancora una volta l’interezza di una proposta che non si distacca da costanti immediatamente percepibili. Di densa e dolorosa efficacia sono naturalmente le immagini vicine alla cronaca dei giorni nostri: rabbia e tragedia si fondono nelle convincenti prove di un uomo che non sa astrarsi dai suoi problemi di coscienza civile e quindi trasmette alla tela e al foglio tutta quella carica di indignata reazione che è propria del cittadino consapevole, presente e partecipe di una società sconvolta da atti contrastanti la morale collettiva
.Rudi Tepper
A pochi mesi di distanza dalla mostra di pittura, tenuta alla Galleria Comunale d’arte della sua città, Livio Rosignano ritorna ad esporre a Trieste alla Cartesius: stavolta è il turno dei disegni, elemento fondamentale, a nostro avviso, nella creatività di questo artista complesso: sia perché la traccia grafica serve da memoria compositiva, sia perché (oltre all’abbozzo o lo schizzo) rimane al pittore il gusto di far correre la mano sul foglio, giocando con gli scorci del paesaggio come con le luci incise sui volumi dei volti estranei o familiari. Rosignano appartiene alla minutissima pattuglia di artisti fedeli alle proprie premesse sino in fondo; come in pittura, così anche nell’attività grafica l’artista rimane volutamente isolato, osservando la società in cui vive dal di fuori. Di primo acchito l’appunto può sembrare ovvio, perché chi narra tende anche involontariamente ad astrarsi dal proprio naturale contesto. Tuttavia in Rosignano questa componente si accentua in maniera singolare, sino a giungere in qualche opera significativa a ignorare gli altri: ricordiamo, a questo proposito, la serie degli interni di caffè, che occipano un momento indubbiamente importante nella sua passata produzione. Così l’abbozzo o il ritratto scava con disillusione e tristezza, senza una nota di speranza attiva nel presente: quando le immagini non sono già ombre controluce, possono divenirlo proprio per le linee di riassunto sommario con cui sono delineate
Rudi Tepper